Anomalie elettrolitiche
Un problema nefrologico, abbastanza frequente ma poco conosciuto è rappresentato dalle anomalie elettrolitiche.
Con il termine di elettroliti si designano tutte le sostanze che in soluzione si dissociano dando origine a particelle dotate di carica elettrica (ioni). Alcuni elettroliti (Sodio, Potassio, Cloro, Calcio, Fosforo e Magnesio) hanno funzioni biologiche molto importanti, per cui la loro concentrazione nel plasma e all’interno delle cellule è regolata con notevole precisione e ogni loro deviazione dalla normalità può causare gravi problemi a diversi organi e apparati come i muscoli, il cuore o il sistema nervoso centrale.
Un problema strettamente collegato al precedente è rappresentato dai disturbi dell’equilibrio acido-base.
Molte reazioni chimiche che si realizzano all’interno dell’organismo sono fortemente influenzate dall’acidità della soluzione in cui esse avvengono. A sua volta, l’acidità della soluzione è determinata dalla concentrazione di ioni idrogeno (H+) che viene comunemente espressa con un logaritmo negativo detto pH. In tutti gli organismi complessi i fluidi all’interno e all’esterno delle cellule hanno un pH caratteristico che viene mantenuto costante mediante i sistemi tampone e la funzione escretoria di alcuni organi come i polmoni e i reni. Le anomalie dell’equilibrio acido-base si traducono quindi in modificazioni del pH e vengono definite come acidosi (eccesso di ioni idrogeno e riduzione del pH) o alcalosi (difetto di ioni idrogeno e aumento del pH) che possono essere ulteriormente suddivise in metaboliche e respiratorie. I disturbi dell’equilibrio acido-base sono spesso associati ad anomalie elettrolitiche (ad esempio alcalosi metabolica ed ipopotassiemia) generando quadri assai complessi e di difficile gestione terapeutica.